Negli ultimi anni, il campo delle protesi ortopediche per l’arto superiore ha assistito a un notevole progresso grazie all’integrazione di sistemi elettronici avanzati. Questa innovazione mira a fornire agli utenti la capacità di compiere movimenti sempre più simili a quelli di un arto naturale. Le protesi per l’arto superiore possono essere categorizzate in diverse tipologie, ciascuna progettata per soddisfare specifiche esigenze. Tra queste, ci sono le protesi cosmetiche, concentrate sull’aspetto estetico, le protesi estetiche che mirano a somigliare a un arto naturale, le protesi pediatriche adatte ai bambini, le protesi cinematiche che consentono movimenti complessi, le protesi ibride che combinano diverse caratteristiche, le protesi mioelettriche che rispondono ai segnali muscolari e le protesi bioniche, che integrano componenti elettroniche avanzate per una funzionalità superiore.
Nel caso dell’arto inferiore, l’obiettivo principale delle protesi è consentire a chi ha subito un’amputazione di camminare con naturalezza. Questo è stato reso possibile grazie a studi approfonditi sulla biomeccanica e la cinematica della camminata, che hanno portato allo sviluppo di componenti articolari di alta qualità. Queste protesi sono idonee non solo all’uso quotidiano ma anche a attività sportive e persino a competizioni, garantendo un notevole miglioramento della qualità della vita.
La Tecnologia Bionica rappresenta una piattaforma dedicata alla creazione di dispositivi in grado di replicare il comportamento degli arti umani. Gli arti bionici, che possono essere sia superiori che inferiori, consentono a chi ha menomazioni fisiche di condurre una vita più “normale” e funzionale. Offrono una maggiore autonomia e la possibilità di svolgere attività quotidiane senza compromessi, apportando un significativo contributo al benessere delle persone con disabilità fisiche. Queste innovazioni continuano a promuovere progressi notevoli nel campo delle protesi, migliorando la vita dei pazienti che ne beneficiano in modo significativo.
