BUSTI
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Attualmente il mercato degli Ausili busti mette a disposizione vari tipi di “materiali” atti a permettere un intervento mirato al mantenimento di una postura seduta corretta in persone con disabilità. Non sempre però questa disponibilità di ausili è sinonimo di riuscita dell’intervento terapeutico, spesso chi deve valutare quale tra gli ausili a disposizione è il più adatto si trova in difficoltà.

La valutazione non dovrà rivolgersi esclusivamente a quei soggetti affetti da una situazione patologica stabilizzata (para/tetraplegici da trauma) ma anche in quelle situazioni che comportano una evoluzione della stessa (sclerosi multipla, paralisi cerebrale infantile, ecc.), in questi casi  saranno da prevedere follow-up più ravvicinati nel tempo per garantire un pronto adeguamento degli ausili busti utilizzati al variare delle condizioni date del quadro patologico.

Gli ausili utilizzati, dalla carrozzina al “Sistema Postura”, dovranno avere il maggior grado di personalizzazione possibile per poterli adeguare al massimo alle esigenze degli utenti a cui verranno proposti.

Come già detto in precedenza fondamentale dovrebbe essere la precocità dell’intervento e l’individuazione degli ausili più idonei da utilizzarsi.

Per quel che riguarda il precoce intervento questo dovrebbe già avvenire durante la fase di riabilitazione dove si dovrebbe valutare quelli che sono i problemi presenti o in caso di situazioni evolutive quali potrebbero essere gli sviluppi a breve, medio e lungo termine.

Fatta quindi questa prima analisi si dovrebbe procedere alla valutazione di quali potrebbero essere gli ausili da utilizzarsi. Ognuno di questi ausili busti richiederà un intervento mirato ed una attenta valutazione per individuare quello più idoneo, saranno quindi necessarie delle prove che dovranno portare alla totale integrazione di questi tre ausili al fine di garantire la più corretta postura seduta.

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Altri fattori da considerarsi dovrebbero essere il come e quanto dare una “postura corretta”.

Come correggere una postura scorretta? Credo importante ribadire la necessità, da parte di chi effettua queste valutazioni, sia della conoscenza di quelle che sono le risorse messe a disposizione dalle varie Aziende che si occupano di questi ausili sia della capacità tecnica di valutare la situazione patologica.

Quanto correggere una postura considerata scorretta? La valutazione anche in questo caso è data dall’esperienza dell’Operatore che dovrà intervenire in quella determinata situazione. Può capitare di correggere una postura così bene da limitare le capacità funzionali della persona che ci si è rivolta. Starà quindi all’Operatore valutare a che punto di mediazione si potrà/dovrà arrivare per fornire una postura corretta e allo stesso tempo non privare l’Utente delle sue possibilità /capacità motorie residue.

Dico questo anche rifacendomi alla citazione precedente: cosa vuol dire “postura corretta” e io aggiungerei anche corretta per chi? Per l’operatore (medico, terapista, tecnico ortopedico, ecc..), per chi assiste (parenti, assistenti ecc..) o per l’utente?

Potrebbe sembrare un non senso ma quante volte è successo di correggere una postura e creare disagio, malessere, riduzione della funzionalità motoria?

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L’ analisi dovrà essere rivolta a quali sono i requisiti necessari perché si possa dire che si è ottenuta una “buona” postura seduta, requisiti validi a prescindere dalla tipologia di utenza che richiede un intervento di questo tipo.

Economicità

La posizione seduta dovrà essere tale da non richiedere, da parte dell’utente, un impegno fisico che provochi un affaticamento tale da limitare le attività di vita quotidiana.

Comfort

Gli ausili adottati dovranno garantire una seduta comoda considerando il fatto che i tempi di utilizzo comprendono, solitamente, tutto l’arco della giornata, non dovrebbero quindi richiedere interventi da parte di assistenti per variare la posizione dell’utente.

Funzionalità

Come già detto in precedenza è importante far si che la postura ottenuta non comprometta il grado di autonomia della persona disabile. Gli ausili adottati dovranno garantire sia un buon livello di funzionalità motoria che una buona gestione da parte di che la assiste parenti, accompagnatori, ecc…

Assenza di effetti collaterali

Gli ausili che si andranno a valutare e che verranno poi utilizzati non dovranno provocare danni secondari quali; arrossamenti cutanei, piaghe da decubito, deformità, ecc..

Stabilità

 La posizione seduta ottenuta dovrà essere tale da garantire una buona stabilità in tutte le attività che la persona dovrà svolgere ma allo stesso tempo non limitarla.

Estetica

Ultimo punto, ma non per importanza, l’ausilio o gli ausili che si andranno ad adottare dovranno rispondere, per quanto possibile, anche a requisiti estetici tali da non creare ulteriori frustrazioni alla persona che andrà ad utilizzarli.

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